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28/04/2020 - ECCELLENZA, MATTEO BERTOLI: "NON PENSO AFFATTO A SMETTERE CON IL CALCIO GIOCATO. SENTO DI AVERE ANCORA MOLTO DA DIRE SUL RETTANGOLO VERDE, E SAREI FELICISSIMO DI RESTARE ALLA FOLGORE RUBIERA SAN FAO"


28/04/2020 - "Smettere con il calcio giocato? Non ci penso proprio: di sicuro sarò pronto per scendere in campo anche nella prossima stagione, e sarei onoratissimo se potessi vestire nuovamente la maglia della Folgore Rubiera San Fao". Il difensore biancorossoblù Matteo Bertoli, classe 1983, ha alle proprie spalle una lunga carriera calcistica che ha pure conosciuto rilevanti passaggi nell'ambito del professionismo: tuttavia la volontà di lasciare il segno sul terreno di gioco è ancora notevole, e le sue parole lo testimoniano in pieno.

"Questa lunga e imprevista sosta a causa del Coronavirus non ha certo scalfito il mio entusiasmo - rimarca l'ex Lentigione - Anche se non sono più un ventenne, sento di poter ancora dare un buon contributo sul rettangolo verde. Di conseguenza, il mio è semplicemente un arrivederci al calcio: mi associo in pieno alla speranza generale di riprendere a giocare il prima possibile, anche e soprattutto per augurarci un rapido ed efficace superamento di questa amara e drammatica emergenza Coronavirus".

In questi giorni, la Virtus Castelfranco ha inviato un appello alla Figc regionale e alla Regione Emilia Romagna: nel testo si chiede lo stop immediato e definitivo del campionato di Eccellenza 2019/2020. Quasi tutte le società del girone A hanno sottoscritto la lettera, e tra queste c'è anche la Folgore Rubiera San Fao. A livello personale, tu sei d'accordo con la proposta di decretare la fine anticipata della stagione?
"Mi scaturiscono sùbito due riflessioni: una più emotiva, l'altra invece maggiormente razionale. Per quanto riguarda l'impulso emotivo, credo proprio di non essere affatto l'unico a voler tornare in campo nel più breve tempo possibile: dopo uno stop così lungo la sete di calcio è notevole per giocatori, allenatori e addetti ai lavori in genere, non soltanto nell'ambito dell'Eccellenza. Quindi, se le condizioni sanitarie lo permettessero, io sarei disposto a giocare in piena estate pur di completare il campionato: la prospettiva di disputare una partita tutti i giorni non mi spaventerebbe affatto.
Tuttavia, parlando in termini più concreti e realistici, credo proprio che a luglio e agosto non ci sarà ancora una situazione favorevole per poter scendere in campo senza pensieri: sarà possibile ripartire soltanto quando il pericolo contagi sarà totalmente nullo, e osservando l'attuale andamento credo proprio che ben difficilmente si arriverà al rischio zero così presto. Giocare con il Coronavirus ancora in giro costringerebbe i dirigenti a prendersi pesanti responsabilità, probabilmente anche sul piano penale: si tratta quindi di uno scenario davvero improponibile. Di conseguenza, la proposta elaborata dalla Virtus Castelfranco e controfirmata dalla Folgore è purtroppo la più ragionevole e realistica: meglio fermare adesso la stagione 2019/2020, e pensare fin da ora a come programmare la prossima annata".

Tu sei arrivato a dicembre, nel bel mezzo di un momento di svolta per la Folgore Rubiera San Fao: quando è sopraggiunto lo stop, stavate portando avanti un cammino in ascesa...
"In nettissima ascesa: stavamo migliorando a vista d'occhio, uscendo brillantemente da un autunno davvero difficile sul piano dei risultati. Io dirò addirittura di più: quando il campionato ha dovuto fermarsi, a fine febbraio, noi eravamo di gran lunga tra le squadre più in forma del girone A. Ora, se si andrà a un probabile e definitivo troncamento della stagione, la Federazione avrà il difficile compito di riflettere a fondo sulle mosse da effettuare in merito ai verdetti stagionali: in ogni caso, è lecito augurarsi che la Folgore non retroceda. Noi avevamo infatti tutti i mezzi necessari per arrivare a salvarci, anche senza play out: se la stagione fosse andata avanti, avremmo potuto darne prova in modo limpido e concreto".

Dall'insieme delle tue parole, è facile immaginare che la tua breve ma significativa esperienza rubierese sia contraddistinta da un bilancio positivo...
"Certo che sì: qui alla Folgore ho trovato quell'ambiente sano che cercavo, e sono davvero felice di avere accettato l'offerta proveniente dal ds Tagliavini. Le difficoltà sul piano della classifica non hanno affatto influenzato i ritmi di lavoro della squadra: al contrario ciascuno di noi si è sempre impegnato in modo costante e senza malumori, seguendo con precisione le attente indicazioni dello staff tecnico guidato da mister Semeraro. Tutti parlano bene della dimensione calcistica di Rubiera, e non è certo un caso: la realtà biancorossoblù mi manca già parecchio, e spero proprio di ritrovarla in tempi non lunghi".

Tu saresti disposto a rimanere anche se la Folgore Rubiera San Fao dovesse malauguratamente scendere in Promozione?
"Io ho 37 anni, e sono già arrivato a ottenere i traguardi che volevo. A questo punto della mia carriera, Eccellenza o Promozione non ha importanza: ciò che conta è poter giocare divertendosi, all'interno di una dimensione motivante e caratterizzata da una solida e competente compagine societaria. Senza dubbio, la Folgore ha tutte queste caratteristiche vincenti.
Per il resto, ho letto le affermazioni di Fabrizio Tagliavini in merito ai rimborsi spese: io abito a Sorbolo, nel parmense, e quindi il vero ostacolo nel proseguire l'esperienza biancorossoblù potrebbe essere rappresentato dalla distanza chilometrica. Ad ogni modo, al di là di questo, un accordo si può sempre trovare: se la società lo riterrà ancora opportuno, sarò ben felice di mettermi ancora a disposizione della Folgore Rubiera San Fao indipendentemente dalla categoria".

Nella foto Matteo Bertoli, difensore della Folgore Rubiera San Fao.
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