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30/04/2020 - ECCELLENZA, IL NUOVO EDITORIALE DI FABRIZIO TAGLIAVINI: "E' VERGOGNOSO CHE I CAMPIONATI IN CORSO NON SIANO ANCORA STATI CHIUSI"


30/04/2020 -
Futuro del calcio dilettanti, situazione sanitaria, problematiche socio-economiche del Paese: il nuovo editoriale di Fabrizio Tagliavini, direttore sportivo della Folgore Rubiera San Fao, effettua una panoramica relativa a tutti questi argomenti di primo piano.

"Vorrei motivare, in tanti modi, il concetto fondamentale che voglio esprimere: la direzione del mondo del calcio dilettantistico si deve vergognare di non avere ancora chiuso i campionati in corso. Io, quale dirigente di società e quindi coinvolto, sono in difficoltà a dover dare spiegazioni a qualcuno che ne chiede le motivazioni.
Stiamo assistendo a vicende “pesanti” tra diversi settori della vita economica del Paese (come chiarirò dopo) e il calcio vorrebbe riaprire!!! Con tante attività che fino a fine giugno non potranno riprendere, mettendo così a rischio la loro stessa riapertura e delle persone coinvolte, il mondo del calcio vuole riprendere a fare una cosa che si chiama gioco.
La decisione urgente da prendere è invece lo stop: tutto quello che segue (promozioni, retrocessioni etc.), possono anche deciderlo in un secondo tempo. Fermando i campionati in modo anticipato e definitivo, le società avrebbero almeno un punto fermo da cui ripartire per ragionare sulla prossima annata: tanti dovranno valutare se ripartire, tanti altri come e con quali risorse sia economiche che umane.

Questa pandemia ha provocato quello che tutti abbiamo visto e sentito, e che nessuno di noi pensava potesse accadere nella sua vita.
Siamo già a 30mila morti, l'equivalente di Scandiano + Rubiera, e purtroppo il numero dei deceduti aumenta di 300 unità al giorno: il resto sono chiacchiere.

Siamo arrivati al punto in cui siccome la curva dei contagi (fortunatamente) è calata parecchio, sembra che la cosa non sia più grave: invece parliamo di morti, e fino a che ce ne sono la cosa è non solo grave ma terribile (la realtà la comprendono bene solo quelli che sono stati coinvolti direttamente).

E’ indispensabile iniziare la cosiddetta fase 2, in quanto l’economia ed il mondo del lavoro non possono morire. E’ fermo tutto il mondo della scuola: i giovani soffriranno tanto di questo, e loro sono il nostro futuro!!! Sono chiuse le chiese e hanno rinviato le Olimpiadi!!!

Il contagio è proporzionale al numero dei contatti con altri individui: tra i quali ci possono essere quelli positivi e quindi contagiosi, a maggiore ragione quelli asintomatici. La chiusura ha ridotto drasticamente il numero dei contatti tra le persone: ora si programma una riapertura graduale, per vedere step by step cosa succede: inoltre la sanità ha passato la fase emergenziale, ed è in grado di intervenire qualora si riaccendesse qualche focolaio localizzato.
Hanno deciso, a mio avviso giustamente, di dare la priorità a riaprire mondo del lavoro inteso come aziende che producono beni (e non servizi): queste realtà rischiavano che aziende “straniere” concorrenti potessero erodere fasce di mercato, creando quindi danni enormi.
Queste aziende dovrebbero portare a mettere in “circolazione” circa 3-4 milioni di persone in più di prima: con un notevole aumento del numero dei contatti e quindi dei rischi, sia dentro ma soprattutto fuori dagli stabilimenti industriali o dai cantieri.

Collegato a questo c’è un problema significativo dei trasporti e delle attività strettamente connesse ed indispensabili, non ultimo quello dei figli. A me pare giusto che altre attività partano con qualche ritardo (anche se un mese mi sembra tanto) per due motivi:

- Non rischiano di perdere mercato per concorrenza (il bar, il ristorante e il negozio hanno solo un legame con il territorio, ed il blocco vale per tutti)

- Hanno una rischiosità nei contatti molto più alta ed il loro lavoro è concentrato in fasce orarie limitate (al bar si va a fare la colazione o l’aperitivo, ed al ristorante si va a pranzo o a cena). Ragion per cui, in questi casi pensare alle “distanze” è difficile.

E’ però necessario che queste attività siano aiutate economicamente per passare questo brutto momento.
Per me andavano riaperte alcune cose una settimana dopo (quindi da 11/5), altre attività dal 18/5 e così via, valutando sempre attentamente gli effetti. Il calcio professionistico di alto livello è una industria che muove tanti soldi, e come tale può rientrare in questi ragionamenti. Il mondo del turismo è invece particolare in quanto stagionale: può subire la concorrenza estera, ma per questa estate credo che molti volente o nolente dovranno rimanere in Italia e quindi da un lato può tornare buono.

Qualcuno ha suggerito una distinzione per fasce di età: mi sembra giusto come concetto (molti morti sono tra i cosiddetti anziani) ma almeno da 70 in su (molti di noi sono appena sotto e ho voluto salvarli, io compreso) e per coloro che non hanno ancora un lavoro attivo.
Poi ci può stare che in qualche regione virtuosa e fortunata si possa spingere un po’ di più, ad esempio in zone che non hanno grandi città e attività: il tutto però con logica.

Vedere politici che danno ragione a tutte le richieste da qualunque parte provengano senza mai dire che le risorse sono poche è assurdo: chiaramente solo propaganda elettorale. Vedere Regioni che chiedono aperture con tutto quello che si è visto è altrettanto vergognoso: se in Calabria si creasse un focolaio, dove mandano i malati con gli ospedali che si ritrovano e senza servizi territoriali? Non cito tanti altri esempi, ma sono innumerevoli.

La mia è una analisi superficiale (per fortuna lavoro), ma credo serva per far capire che con queste problematiche non si può pensare di riprendere a breve il nostro amato gioco del calcio (dei dilettanti) anche se sarebbe molto utile a livello di sfogo, divertimento e socialità. Arriverà il suo momento, e se ci diamo il tempo di organizzarci a settembre ci rivedremo tutti!!! A presto!"

Nella foto: Fabrizio Tagliavini, direttore sportivo della Folgore Rubiera San Fao di Eccellenza.
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