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Il custode

Capitolo 9
Figli di un calcio minore - 22/07/2009

I custodi dei campi di periferia sono personaggi oscuri, ruvidi e indecifrabili. Al primo impatto sono vie di mezzo tra un vecchio stopper e Clint Eastwood in uno dei suoi ruoli western. Conoscendoli meglio si capisce che sono esattamente così…

Nessuno sa se esista un corso, una specializzazione o un codice che stabilisce l’iter per diventare custode. Da ciò si capisce che la standardizzazione di alcune frasi e di alcuni comportamenti, o derivano da un codice segreto interno, o da una fantomatica federazione dei custodi.

Il primo caposaldo di questa categoria è legato al fastidio che questi personaggi provano nel vedere i panchinari dalle squadre, che giocano davanti alla porta tra il primo e il secondo tempo. L’area di rigore per loro è sacra. E’un luogo nel quale nemmeno in partita si dovrebbe giocare. L’80% del loro tempo lo passano cercando di rendere questa piccola porzione di campo il più vicino possibile alla loro idea di campo sportivo. Raramente ci riescono. Un po’ perché i campi sono messi talmente male che è impossibile renderli presentabili, un po’ perchè di solito sullo stesso campo giocano 80 partite a settimana, e il continuo passaggio di bambini, adolescenti e montoni rende il lavoro dei custodi praticamente impossibile.

Le aree poi finiscono per perdere per prime il loro ideale aspetto. Il triangolo che va dai due pali fino al dischetto, è infatti la zona nella quale è più difficile trovare sia l’erba che qualsiasi superficie che la possa ricordare. Vista la situazione delle aree i panchinari mal digeriscono i rimproveri dei custodi tra il primo e il secondo tempo. Anche ribattendo, cercando di spiegare che l’area è messa talmente male che non possono recare danno, si sentono ribadire il solito, inconfondibile rimprovero. E qui, in questo rimprovero sta la firma, la marca di fabbrica che distingue un vero custode da un presunto tale.

“Fuori dall’aria!!!” con la bizzarra sostituzione di area con aria. E’ un codice consolidato tra tutti i custodi tanto che si è arrivati alla conclusione per la quale semmai esistesse un corso per custodi, semmai questi si incontrassero per aggiornarsi o per codificare alcuni comportamenti, il primo, il più importante sarebbe proprio questo:”Fuori dall’aria!!!”. Detto così e guai a chi dice area…

L’altro aspetto che li manda in bestia, sono i giocatori che lavano le scarpe sporche nella doccia. Questa cosa proprio li devasta, li distrugge. Un giocatore che viene sorpreso dal custode a scrostare le proprie scarpe immaltate mentre fa la doccia finisce quasi sicuramente col beccarsi una rastrellata sulle cosce. E una rastrellata sulle cosce, mentre si è nudi e ignari di quello che sta per succedere non è il massimo.

I campi di periferia sono per questo motivo dotati già da tempo di lavabi dove i giocatori possono, anzi devono, pulire le proprie scarpe. Il custode avveduto munisce questi lavabi di spazzole e controlla che l’acqua scenda sempre copiosa. Il custode più rognoso si accontenta della presenza del lavabo stesso. Il fatto che da questo sgorghi una flebile goccia d’acqua e che lavare le scarpe sia impossibile, a lui non interessa. Si piazza lì davanti finita la partita col suo rastrello in mano e aspetta che qualcuno faccia una mossa falsa.


I custodi poi hanno quasi sempre delle mani enormi. Appena arrivi in una nuova squadra, conosciuto il presidente e i dirigenti, arriva il custode, spesso il vero boss. E’ abbastanza inconfondibile: parla in dialetto, petto enorme, avambracci che ucciderebbero un cinghiale e due pale al posto delle mani. "Dunque – appoggiandoti la mano-macigno sulla spalla- io sono il custode. Le scarpe le lavi fuori e a fine allenamento lasci la roba sopra la panca perché io lavo. Se trovo qualcosa sotto, lo butto: braccialetti, cellulari, documenti, codici fiscali, orologi, tutto. Ok? Intesi? Hai la faccia sveglia, andremo d’accordo", poi si scioglie in un sorrisone e lì capisci che in realtà è un uomo buono ma con delle regole. Ferree.




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Tifoso Montecchio
commento del 23/02/2009 alle 09:58

l'ex-Pomelli a Montecchio....UGUALE!
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TATANCA
commento del 20/02/2009 alle 16:44

Grande Tamagnini!!!.....Io appena arrivavo in una societa'nuova,la prima cosa che facevo era proprio farmi amico il custode,anche perche',a volte,quando mi dimenticavo a casa i pantaloncini,li ho sempre chiesti in prestito a loro....quasi tutti avevano armadietti metallici con roba senza padrone....aspettando la pubblicazione del libbro....ciao ciao
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Fabio
commento del 20/02/2009 alle 14:24

Bhè e quando il nostro Vito mette le mani alla stufetta xchè si gela dal freddo dentro gli spogliatoi? Il problema è che accende mentre ci cambiamo e non un'oretta prima!!!
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Bigio
commento del 20/02/2009 alle 12:05

Se se se....tutto vero bocia....l insuperabile zini......tra l altro ho visto anche un paio di formiche aggirarsi nel piatto...pazzesco....
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meno
commento del 20/02/2009 alle 08:30

oh, sgrammaticato o no, a me fa ridere...
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PRES/DS MOLA
commento del 19/02/2009 alle 23:25

Ragazzi Celso della pratina non lo supera nessuno, e il migliore di tutti i custodi,si fa sempre in 4 per accontentarci!!!!!!!! Quest'inverno con tutta l'acqua che è venuta giù,non abbiamo mai saltato un allenamento!! FORZA CELSO!!!!!!!!!!!!!
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Boccia
commento del 19/02/2009 alle 21:09

in Galileo (l'ex sporting) il custode ricordo che aveva anche un cucinotto dove spesso si faceva da mangiare...non so conche cosa e soprattutto cosa si facesse..so solo che c'eran alcuni allenamenti che c'era un odore ovunque di gallina bruciata da vomito...
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